La pandemia Covid ha avuto e sta avendo effetto anche sulla capacità operativa di strutture come i consultori e le unità ginecologiche pubbliche, dove si sono registrate delle contrazioni dei servizi della salute della donna: -54% di esami ginecologici, -34% nuovi trattamenti, circa 130.000 cicli contraccettivi in meno e un incremento medio di 45 giorni di attesa per una visita ginecologica. Questo è quanto è emerso nel corso del convegno “Qui, per la salute di ogni donna” organizzato dall’azienda farmaceutica Organon a Roma.
L’emergenza Covid ha peggiorato anche lo scenario della natalità in Italia, dove gli ultimi dati Istat mostrano, per il 2021, un calo del 3,8% delle nascite rispetto al 2020, nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia. Questo drastico calo è stato determinato sia dalla pandemia, sia dal ricorso tardivo delle coppie nell’affidarsi a centri di assistenza per la Procreazione. Infatti, in Italia vi sono crescenti problemi di fertilità che interessano circa il 20% delle coppie (1 su 5), rispetto al 10% di circa 20 anni fa.
Sebbene in aumento negli ultimi anni, un terzo dei trattamenti di Pma è eseguito in coppie in cui la donna ha più di 40 anni, con ricadute negative sul tasso di natalità. “Le priorità cardine delle agende politiche istituzionali sono le nostre stesse priorità: siamo pronti a lavorare insieme alle Istituzioni in un modello virtuoso di partnership pubblico-privata, offrendo soluzioni terapeutiche e servizi innovativi per l’empowerment femminile in materia di salute riproduttiva”, commenta Alper Alptekin, presidente e amministratore delegato di Organon Italia.