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Quali sono gli anticoncezionali che si possono assumere durante l’allattamento?

Diversi studi scientifici hanno affermato che avere una gravidanza prima di 1 anno e mezzo/ 2 da quella precedente potrebbe aumentare il rischio di complicazioni nella gravidanza successiva. Dopo il parto, nelle prime 6 settimane in assenza del ciclo mestruale si riduce la fertilità della donna, periodo che può protrarsi fino a 6 mesi se la donna allatta al seno in modo esclusivo. Tuttavia, questo non è un metodo affidabile per evitare di restare incinta.

Ricominciare l’attività sessuale nella coppia dopo la gravidanza fa bene e aiuta a ritrovare la giusta intimità e il feeling, ma è importante sottolineare che se i rapporti sono liberi, ovvero senza uso di contraccettivi, il rischio di restare nuovamente incinta c’è. Per questo motivo, parlare di contraccezione già nella visita post-partum con il proprio ginecologo è raccomandato sia per evitare i rischi di una gravidanza ravvicinata , sia per scegliere il contraccettivo più adatto alle proprie caratteristiche.

La scelta dei contraccettivi cambia da situazione a situazione. Ad esempio, se la donna allatta al seno per evitare il passaggio degli estrogeni nel latte, e quindi al bambino, il ginecologo potrà consigliare una pillola con solo progestinico. Questa pillola riduce il rischio di trombosi e non comporta implicazioni sul neonato. Viceversa, se la donna non allatta e non vi sono fattori di rischi per trombosi, allora potrebbero essere suggeriti diversi metodi anticoncezionali come: pillola combinata, l’anello vaginale, il cerotto contraccettivo