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La guerra non ferma il ciclo

Ogni guerra porta con se conseguenze e danni disastrosi sotto ogni punto di vista. Una delle problematiche maggiori che spesso si sottovaluta, è la carenza di prodotti igienico-mestruali per le donne. Da questo punto di vista, l’Ucraina non fa eccezione e sono migliaia le donne del paese che stanno riscontrando questo problema.

Ovviamente, in una situazione così difficile, il ciclo può rappresentare l’ultimo dei problemi, ma non bisogna sottovalutare il fatto che una cattiva igiene personale può portare a gravi infezioni. Molte donne sono costrette ad arrangiarsi con stracci o indumenti di fortuna che trovano lungo la strada. Ma questo, come spiega Claire Barnett il direttore esecutivo di UN Women UK, organizzazione globale che lavora per rendere l’uguaglianza di genere una realtà, può causare oltre a gravi infezioni addirittura per la morte. La mancanza di accesso all’acqua, ai servizi igienici e alle strutture igieniche, infatti, talvolta può essere più letale delle morti direttamente dovute alla guerra.

Per questo motivo, l’accesso agli assorbenti è una necessità e questi dovrebbero sempre essere inseriti tra gli oggetti degli aiuti umanitari sottolinea Gracott. Basti pensare che nel 2017 uno studio sui campi profughi in Siria e Libano, rilevò che tra le rifugiate, il 60 per cento non aveva accesso ai prodotti sanitari durante il ciclo, né alla biancheria intima. Ma rilevò anche che la metà delle donne intervistate soffriva di infezioni del tratto urinario che non venivano curate. 

Durante le guerre, quindi, i bisogni delle donne vengono spesso trascurati e questo è chiaramente un problema anche perché la guerra sottopone a situazioni di stress che possono comportare cicli più pesanti, più dolorosi, irregolari. Perciò è fondamentale parlare di questa tematica e aiutare le donne in queste situazioni così delicate.