Dopo 9mila bambini fatti nascere e 48 anni di servizio il medico Giuseppe Dal Pozzo “non molla la trincea” dell’ostetricia e ginecologia, e a 74 anni e mezzo è orgogliosamente ancora ginecologo chirurgo del servizio pubblico. Dalla pensione, raggiunta nel 2014 a 65 anni, non ha mai smesso di lavorare.
Ha prestato servizio per ventidue anni al Ca’ Foncello di Treviso, gli ultimi otto da primario, stesso ruolo ricoperto per un decennio all’ospedale di Montebelluna. Dopo la pensione ha lavorato in regime di libera professione a Villa Salus, a Mestre, finché nel gennaio 2022 il direttore generale dell’Usl Marca Trevigiana, Francesco Benazzi, mi ha proposto di tornare nel servizio pubblico, stavolta all’ospedale di Conegliano.
E così lavora da libero professionista, che consente di mantenere la pensione e può prevedere la presenza in sala operatoria per sei ore al giorno, cinque giorni alla settimana. Una delibera regionale permette ai medici in pensione di tornare a lavorare, appunto con contratti in libera professione, per tamponare la cronica carenza di specialisti. Per lo stesso motivo in questi giorni è all’esame del Senato un emendamento al decreto Milleproroghe che alza l’età pensionabile dei medici del servizio pubblico, su base volontaria, a 72 anni.