Un recente studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Southampton e pubblicato su Scientific Reports, afferma che le donne in sovrappeso, cioè con un indice di massa corporea tra 25 e 30, oppure sottopeso, in questo secondo caso con il punteggio di massa corporea inferiore a 18,5, vanno incontro ad un rischio più grande di subire aborti ricorrenti rispetto alle donne con un peso nella media.
L’ aborto ricorrente, detto anche poliabortività, si manifesta quando una donna subisce tre o più aborti spontanei consecutivi prima della ventesima settimana di gravidanza. Certamente è una condizione molto complessa, che tra l’altro per il 50% dei casi la causa viene ritenuta come “inspiegabile”.
Come afferma Bonnie Ng, una ricercatrice della suddetta università inglese e prima autrice dello studio, questa ricerca si basa su 16 studi precedenti e mostra che squilibri relativi al peso corporeo possono aumentare, anche in maniera significativa, il rischio di due aborti consecutivi. Secondo un altro autore dello studio, George Cherian, un esperto in ostetricia e ginecologia, anche se questa ricerca non ha scoperto collegamenti tra gli aborti ricorrenti e fattori derivanti dallo stile di vita (ad esempio il fumo, l’assunzione di troppa caffeina o di troppo alcool), serviranno altri studi per chiarire il collegamento tra il peso corporeo e gli aborti ricorrenti. Sulla stessa linea è Ying Cheong, un professore di medicina riproduttiva a Southampton e autore senior dello studio che spiega come: “I nostri risultati suggeriscono che avere un BMI anormale esacerba il rischio di una donna di soffrire di aborti ripetuti, e quindi i medici devono davvero concentrarsi sull’aiutare le donne a gestire questo fattore di rischio”.