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Fertilità e tumori ginecologici: come la chirurgia conservativa può fare la differenza

La diagnosi di un tumore ginecologico in una donna giovane deve considerare non solo la cura della malattia, ma anche la possibilità di preservare la fertilità futura. La chirurgia conservativa della fertilità si propone proprio questo obiettivo, permettendo di trattare i tumori ginecologici dell’endometrio, dell’ovaio e della cervice uterina senza compromettere la capacità di concepire.

Secondo il Dott. Matteo Maruccio, chirurgo ginecologo esperto in oncologia ginecologica, questa chirurgia conservativa è adatta a donne con tumori in fase iniziale, non metastatizzati, e che soddisfano determinati requisiti istologici e molecolari. Ogni caso è valutato da un team multidisciplinare per assicurare che l’intervento non comprometta la salute oncologica e consenta di mantenere la possibilità di avere figli.

L’intervento varia in base al tipo di tumore: nel caso di tumore cervicale, ad esempio, si rimuove una parte del collo dell’utero, mentre nel tumore ovarico si può conservare l’ovaio sano. In alcuni casi, la crioconservazione degli ovociti può essere presa in considerazione per preservare ulteriormente la fertilità.

Il percorso di cura comprende anche un attento follow-up post-operatorio e, se necessario, il supporto di tecniche di procreazione assistita per aiutare la paziente a realizzare il suo desiderio di maternità.