Oggi, 28 marzo ricorre la giornata mondiale dell’endometriosi, una malattia che solo in Italia riguarda 3 milioni di donne. Si tratta di una patologia cronica e progressiva, che è caratterizzata dalla presenza e dalla proliferazione di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina.
Troppo spesso, questa malattia è stata sottovalutata nel corso degli anni da medici, ginecologi e solo negli ultimi tempi è iniziata una presa di coscienza e sensibilizzazione dell’opinione pubblica riguardo a questa patologia. Di solito, per le donne che ne soffrono, si presentano mestruazioni dolorose, dolore pelvico cronico, oppure ancora dolore durante la minzione, sintomi gastrointestinali, dolore durante i rapporti sessuali e affaticamento.
Spesso a soffrirne sono soprattutto le donne tra i i 25 e i 35 anni, ma la diagnosi per circa il 40% dei casi è accidentale e avviene durante controlli ginecologici di routine o controlli specialistici eseguiti per altre patologie. La particolarità, spiegano gli esperti, è che questi sintomi rendono complessa la diagnosi dato che sono comuni anche ad altre patologie e per questo è importante far luce sul problema, considerando che l’endometriosi risulta essere una delle cause più note di infertilità. Oltretutto, può avere anche delle ripercussioni sul benessere psicofisico delle donne che ne sono affette e sulla loro qualità di vita.
Per questo motivo una diagnosi celere e precisa è fondamentale per aiutare le donne che ne soffrono ad affrontare questo percorso. Ovviamente è fondamentale affidarsi a medici di medicina generale e i ginecologi in quanto sono le figure più indicate per una pronta diagnosi e per il trattamento. Generalmente, per curare l’endometriosi, si possono adottare diversi trattamenti in base allo stadio e alla sintomatologia della malattia, andando dal semplice controllo clinico, all’utilizzo di terapie farmacologiche, sino al trattamento chirurgico.