La Preoccupante Disconnessione dell’AIFA Rispetto alle Priorità Sanitarie dei Cittadini”
La notizia divulgata da Adnkronos Salute il 3 novembre scorso mi spinge a riflettere sul fatto che il Consiglio di Amministrazione dell’AIFA e gli Esperti delle Regioni sembrano vivere in un mondo parallelo o essere completamente disinformati, o peggio ancora, sembrano non considerare minimamente le difficoltà che i cittadini italiani affrontano da anni per accedere agli essenziali accertamenti clinici, ecografici, radiologici e di laboratorio necessari per la cura.
La loro attenzione sembra concentrarsi nel dissipare i limitati fondi pubblici per campagne che hanno già dimostrato il proprio fallimento nel raggiungere l’obiettivo dichiarato pubblicamente: la riduzione dell’aborto volontario. Tali iniziative sembrano beneficiare solo le aziende produttrici di contraccettivi!
Il comunicato stampa n. 1 dell’IGOC del 25 aprile 2023 ha chiaramente dimostrato l’inefficacia del tentativo precedentemente annunciato, rivelato in un’intervista al QS dalla presidente del Comitato Prezzi e Rimborsi (CPR) dell’AIFA, pochi mesi prima della scadenza del suo mandato quinquennale.
Oggi, con una versione ridotta del problema, è imperativo dare voce agli italiani, specialmente a coloro con minori risorse, e affermare con forza, supportati da dati incontrovertibili, che questa operazione non deve essere attuata, né ora né mai!
La Tabella 1 esamina le classi di età inferiori a 15 anni – 24 anni, poiché possediamo le percentuali di abortività calcolate nella relazione al Parlamento del Ministro della Salute per gli anni 2020 e 2021. Emerge chiaramente che, nella stragrande maggioranza delle Regioni e a livello nazionale, gli aborti volontari nel 2021 nel gruppo di età inferiore a 15 anni-24 anni sono aumentati percentualmente, passando dal 22,62% al 23,1% a livello nazionale, con significativi incrementi in Liguria, Piemonte ed Umbria, che sarebbero ancor più significativi includendo le donne di 25 anni.
Dinanzi a tali dati incontrovertibili, risulta difficile comprendere il motivo per cui il CdA dell’AIFA pone tra le sue priorità la distribuzione gratuita della pillola anticoncezionale alle donne con meno di 26 anni anziché concentrarsi sulla riduzione dei prezzi di farmaci essenziali per la salute dei cittadini italiani o sull’inclusione di tali farmaci nell’elenco di quelli prescrivibili a carico del SSN.