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L’appello delle associazioni di ostetricia e ginecologia per le vaccinazioni delle donne incinte

La campagna vaccinale in Italia tra alti e bassi prosegue in maniera spedita, con l’intenzione di riuscire a vaccinare nel minor tempo possibile la maggior parte della popolazione. Ultimamente però, stanno aumentando anche le richieste e gli appelli affinché anche le donne incinte possano ricevere in maniera tempestiva il vaccino anti Covid.

Le associazioni di ginecologia e ostetricia, si stanno rivolgendo in maniera sempre più decisa al ministro della Salute Roberto Speranza. In una lettera aperta firmata dal presidente della Sigo, Antonio Chiantera, dalla presidente dell’Aogoi, Elsa Viora, dal presidente dell’Agui, Nicola Colacurci e dalla presidente di Agite, Valeria Dubini, viene ribadita l’importanza e l’urgenza affinché questo passo possa avvenire celermente. Infatti, “i dati epidemiologici e gli studi scientifici evidenziano chiaramente che l’infezione da Covid-19 in gravidanza influisce sia sull’andamento dell’infezione stessa, sia sugli esiti della gravidanza stessa”.

Oltre a questa lettera aperta, i ginecologi hanno inviato poi a Speranza un dettagliato dossier sui rischi di contrarre il Covid quando si aspetta un bambino. Il rischio di mortalità materna nelle donne in gravidanza, ad esempio, sarebbe ventidue volte maggiore rispetto alle donne senza infezione, secondo i dati emersi dallo studio Intercovid multinational cohort study, report internazionale che vede rappresentati molti centri italiani. Inoltre il contagio da Covid in gravidanza aprirebbe il rischio ad una serie di patologie molto gravi come preeclampsia, eclampsia e sindrome hellp con conseguente aumento di parti pretermine e di tagli cesarei.

Dal lato opposto molti si domandano però se ci possano essere dei rischi nell’effettuare un vaccino in gravidanza? Da questo punto di vista, però secondo i dati del Jcvi (Joint committe on vaccination and immunisation); negli Stati Uniti 90.000 donne in gravidanza sono state vaccinate, principalmente con Pfizer e Moderna, senza che sia stato riscontrato alcun problema di sicurezza. Inoltre sempre dai dati del dossier, si legge che “anche le donne che pianificano la gravidanza, nell’immediato postpartum o che allattano possono essere vaccinate a seconda della loro età e del gruppo di rischio clinico. Non sembrano esserci limitazioni in termini di tipologia di vaccino per quest’ultima categoria”.